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Storie migranti a Lampedusa

Il 3 ottobre sull’isola, la tappa finale del Tour DIMMI, evento conclusivo del progetto DIMMI di Storie Migranti e di DIMMI Storie da sfogliare

“Prima di giudicare bisogna conoscere le persone e le loro storie” – studente Istituto Versari-Macrelli di Cesena

Un incontro per presentare al pubblico il progetto nazionale DIMMI di Storie Migranti e il concorso DIMMI 2019. Un percorso espositivo per raccontare l’iniziativa DIMMI Storie da sfogliare. Si è svolta così, il 3 ottobre, in una cornice simbolica come Lampedusa, la tappa finale del Tour DIMMI.

L’evento si è inserito nella più ampia iniziativa, proposta dal Comitato Tre Ottobre in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, rivolta ad oltre 200 studenti che si sono ritrovati a Lampedusa dal 30 settembre al 3 ottobre, per partecipare a workshop e dibattiti, visite guidate e spettacoli.

Un anno di DIMMI, il progetto e il concorso

Letture, racconti, testimonianze. L’incontro pubblico nell’Aula Consiliare del Comune di Lampedusa e Linosa è stato un’occasione per restituire alla platea l’esperienza del progetto nazionale DIMMI di Storie Migranti, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, promosso da Archivio Diaristico Nazionale (ADN) e implementato da Un Ponte Per, con l’obiettivo di superare gli stereotipi sulle migrazioni attraverso la condivisione di storie di vita.

A raccontare l’iniziativa, Ilaria Zambelli di Un Ponte Per, che ha voluto sottolineare l’importanza dello scambio giovanile tra Italia e Iraq. Uno scambio che ha favorito l’incontro e ha permesso di proporre una nuova narrazione sull’Iraq, un paese del Medio Oriente entrato nell’immaginario collettivo come luogo di guerra e distruzione, ma in realtà ricco di tradizioni, cultura e storie. Presente in sala anche il presidente di UPP, Alfio Nicotra. 

 

Nel corso dell’evento, hanno preso la parola Francesca Iannella, coordinatrice del progetto DIMMI Storie da sfogliare, Valerio Giacone, formatore del progetto, e Massimiliano Bruni di ADN per presentare il concorso DIMMI, indetto come ogni anno nell’ambito del “Premio Pieve Saverio Tutino” organizzato dall’Archivio Diaristico Nazionale.

A Lampedusa, in occasione del Tour DIMMI, sono arrivate proprio le testimonianze di Faiz, Azzurra, Thierno, Karamoko e Ibrahima, finalisti dei concorsi DIMMI 2017 e 2018. Storie di vita, pubblicate nelle raccolte di racconti “Parole oltre le frontiere” e “Se il mare finisce”, e lette da Lavinia, Bogdana, Alice, Camilla, Cecilia e Sophie, alcune delle studentesse che hanno partecipato agli incontri finali del progetto DIMMI Storie da sfogliare (nei Licei Rinaldini e Galilei di Ancona) e che erano presenti sull’isola.

 

Azzurra (Joy Ehikioya, Nigeria) – Nata nel 1997, ha appena terminato gli studi secondari quando viene rapita per strada per un sacrificio rituale perché albina. Oggi studia diritto internazionale all’Università di Trento.

Eccomi qui a raccontarvi tutto su di me, non perché voglia suscitare pena o pianti in mio nome. Credetemi, i miei giorni di dolore sono ormai passati. Vi racconto di me affinché possiate capire cosa significa lottare e non mollare, essere una sopravvissuta e non una vittima, lottare nelle grandi battaglie, piangere se piangere serve a non fermarsi e non mollare, rimanere calmi e concentrati. (estratto da “Parole oltre le frontiere. Dieci storie migranti”, Terre di mezzo, 2018, p. 24)

Karamoko Fofana (Costa d’Avorio) – Dopo le elezioni contestate del 2010 e il protrarsi della guerra civile in Costa d’Avorio, Karamoko, orfano di padre e di madre, lascia la famiglia  e arriva in Italia nel 2016.

Una volta io avevo chiesto Mia mamma perché ci sono persone ricche con la vita facile e la nostra vita era dura. Lei mi aveva risposto sorridendo che Questo è l’equilibrio del mondo ma che la cosa più importante della ricchezza e della povertà è la gioia nella famiglia e avere degli amici che ti aiutano quando hai dei problemi perché la vita passa in fretta e solo questo la fa bella. Io ero un bambino e non avevo capito niente di queste parole ma ancora Oggi mi ricordo di quel momento e solo ora comincio a capire cose che Mia mamma voleva dirmi. (estratto da “Se il mare finisce. Racconti multimediali migranti”, Terre di mezzo, 2019, p. 65)

 

È intervenuto poi Zakaria Mohamed Ali, reporter e documentarista. Nato in Somalia e arrivato a Lampedusa nell’agosto del 2008, Zakaria è oggi rifugiato in Italia, dove lavora come video-maker e collabora con l’Archivio Memorie Migranti. Proprio ai laboratori di auto-narrazione che AMM ha realizzato nei centri di accoglienza e nelle scuole, è ispirato il cortometraggio “Beyond the walls – Oltre i muri” (Regia, animazione e montaggio del cortometraggio: Juan Pablo Etcheverry; narrazione: Ilaria Migliaccio):

Durante l’incontro pubblico, non sono mancate le testimonianze dirette, come quella di Fode Bangoura, coinvolto in questi mesi in un percorso di racconto di sé attraverso l’arte, nell’ambito del progetto DIMMI Storie da sfogliare, realizzato dal Comitato Tre Ottobre nelle Marche e in Emilia Romagna, tra ottobre 2018 e maggio 2019. Bangoura ha condiviso la sua storia personale, raccontando il viaggio dalla Guinea Conakry all’Italia, passando per la Libia e il Mar Mediterraneo. Ha poi ringraziato l’associazione GUS – Gruppo Umana Solidarietà per il sostegno ricevuto e il progetto DIMMI per l’anno trascorso insieme.

 

“Storie da sfogliare”, un viaggio tra arte e parole

Nel Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, dall’1 al 4 ottobre, immagini e pensieri hanno raccontato il progetto DIMMI Storie da sfogliare, inserito in DIMMI di Storie Migranti e nato con l’idea di promuovere una visione più equilibrata della diversità, favorendo l’incontro reciproco tra migranti e studenti delle scuole superiori. In occasione dell’esposizione nel Museo e dell’evento conclusivo di DIMMI Storie da sfogliare (terza e ultima fase del progetto), erano presenti a Lampedusa anche alcuni studenti e alcuni dei ragazzi che hanno preso parte ai laboratori: non solo Bangoura, ma anche Danso, Momini e Frederic.

Nella prima fase del progetto, da ottobre ad aprile, rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione sono stati coinvolti in due laboratori di auto-narrazione, che si sono svolti rispettivamente ad Osimo, in collaborazione con il GUS Gruppo Umana Solidarietà, e a Bologna in collaborazione con la cooperativa sociale Lai-momo, negli spazi messi a disposizione dall’associazione Cantieri Meticci.  A guidare i ragazzi in questo percorso tra arte a racconto, due formatori: Valerio Giacone, artista visivo, ed Evelyn Puerini, psicologa psicoterapeuta. Così, il laboratorio si è rivelato un luogo protetto, sicuro e familiare, in cui creare, ricordare, rielaborare e incontrarsi.

 

Nella seconda fase del progetto, Salasi, Bangoura, Momini, Frederic e Danso, con l’aiuto di mappe e oggetti d’argilla, hanno condiviso la loro storia di vita con gli studenti di quattro licei: il Liceo Delle Scienze Umane, Musicale e Classico C. Rinaldini e il Liceo Scientifico G. Galilei di Ancona; il Liceo artistico A. Venturi di Modena e l’Istituto Professionale Statale Versari – Macrelli di Cesena. Quattro incontri e circa 200 studenti tra i 15 e i 19 anni che hanno avuto la possibilità di ascoltare le testimonianze, fare domande, confrontarsi, mettersi in discussione, dare forma a pensieri ed emozioni attraverso l’arte, ridere insieme e commuoversi. Il racconto diretto delle esperienze di vita, senza filtri né intermediazioni, ha permesso di superare pregiudizi e paure.

 

Tante le domande che gli studenti hanno rivolto ai ragazzi durante gli incontri: “Hai mai sentito la mancanza di casa, del tuo Paese?” “Sei in contatto con la tua famiglia?” “Qual è il ricordo più bello della tua infanzia?” “Come immagini il tuo futuro?” “Cosa pensi dell’Italia?”. Inaspettate le domande che i ragazzi hanno voluto rivolgere agli studenti. Domande che noi abbiamo rivolto ai visitatori del museo durante l’esposizione a Lampedusa, per invitarli a riflettere sul senso del viaggio e sul valore profondo dell’incontro, come strumento di conoscenza dell’altro e di noi stessi.

“Secondo voi, perché i ragazzi africani vengono in Italia?” “Cosa pensate e cosa provate quando incontrate una persona straniera per strada, sull’autobus o sul treno?”

DIMMI di Storie Migranti è un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), promosso dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale e implementato da Un Ponte Per…, insieme ad una rete di 47 organizzazioni partner. L’iniziativa si propone di superare gli stereotipi e le semplificazioni sul tema delle migrazioni, ripartendo dal racconto di sé e dall’ascolto dell’Altro, permettendo al tempo stesso la raccolta e la conservazione di storie, attraverso il concorso DiMMi Diari Multimediali Migranti.

DIMMI Storie da sfogliare è il progetto che il Comitato Tre Ottobre ha realizzato nell’ambito di DIMMI di Storie Migranti. Obiettivo della proposta laboratoriale, promuovere una visione più equilibrata della diversità, favorendo l’incontro reciproco tra migranti e studenti delle scuole superiori, attraverso percorsi di auto-narrazione e la metodologia della Biblioteca Vivente. I laboratori si sono svolti ad Osimo e Bologna coinvolgendo rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione; gli incontri nelle scuole, in quattro licei di Ancona, Modena e Cesena, hanno coinvolto i giovani migranti e circa 200 studenti tra i 15 e i 18 anni. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con i partner locali, GUS Gruppo Umana Solidarietà e Lai-momo cooperativa sociale. 

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